Missione 2025

Missione 2025

Il 2 febbraio 2025, otto volontari partiranno da Milano con destinazione il Camerun.

I loro nomi: Alessandro, Andrea, Donato, Emanuele, Fabrizio, Giovanni, Marco e Saverio.

La prima tappa della missione sarà la capitale, Yaoundé, dove i volontari alloggeranno presso le suore missionarie del PIME e dove li attende suor Lucia con la quale e per la quale sono stati già effettuati progetti di sviluppo per dispensari (istituzioni per assistenza e per trattamento medico di malattie a carattere sociale) e per villaggi in savana (pozzi per acqua potabile).

A Yaoundé si fermeranno sino a venerdì 7 febbraio, giusto il tempo necessario a installare un impianto fotovoltaico e una centrale idrica presso l’ospedale “La Provvidenza” fondato da don Bruno Vitari.

Don Bruno è un missionario diocesano (fidei donum) di origini bergamasche (Brumano in val Imagna) dal 1993 in Camerun con una presenza temporanea di quattro anni in Italia come parroco di Capriano e Fornaci.

La voglia di tornare tra la gente africana è però troppo forte e il vescovo lo rimanda in Camerun, prima a Fundbot e poi a Bertoua.

Arrivata l’età della pensione, don Bruno decide di rimanere con la sua gente nel costruendo ospedale “La Provvidenza” , edificio di circa cinquemila metri quadrati disposto su due piani e dimensionato per una popolazione di circa duemila abitanti. Poca cosa in una metropoli di circa 1.900.000 abitanti su una superficie di 180 km quadrati ma di enorme importanza per la carenza di strutture sanitarie sociali.

A impianto installato e collaudato, il gruppo si sposterà verso il nord con un volo interno che collega la capitale con Garoua, cittadina a nord del Camerun di 490.000 abitanti. All’aeroporto ci aspetterà don Paolo Mandelli, anch’egli fidei donum, che ci porterà al villaggio di Djalingo a circa 20 km dalla città. AGAPE ha cominciato la propria esperienza africana nel 2005 proprio a Djalingo con don Mario, realizzando un impianto fotovoltaico per la missione e la scuola, realizzando numerosi pozzi per acqua potabile.

Il villaggio che inizialmente si componeva di poche capanne di paglia è ora cresciuto intorno alla missione fondata da don Mario e al centro di riabilitazione delle suore missionarie del PIME.

La struttura di riabilitazione è dotata di alloggi in grado di accogliere i malati con la loro famiglia e di ambulatori dove praticano essenzialmente fisioterapisti e, saltuariamente, ortopedici.

Le protesi correttive per le necessità soprattutto dei bambini vengono realizzate artigianalmente dagli operatori stessi.

La poliomielite è una malattia ancora diffusa in questa regione del nord Camerun.

L’accesso alle cure avviene gratuitamente per i poveri in arrivo dai villaggi della savana.

In questa regione l’economia è retta dall’agricoltura che spesso non è nemmeno sufficiente al sostentamento dei singoli costretti ad indebitarsi per acquistare sementi e concimi e in continua lotta con la siccità che non regala certamente raccolti abbondanti.

La stagione secca si protrae per mesi senza pioggia alcuna e con temperature che di giorno superano abbondantemente i 40°C e che la notte non scendono sotto i 35°C.

Poi la pioggia arriva improvvisa e spesso provoca allagamenti dilavando il terreno e portando con sé le sementi e le piantine di mais o miglio non ancora sufficientemente robuste per resistere all’azione dell’acqua.

A Djalingo il gruppo si fermerà sino a domenica visitando i vari villaggi nei quali AGAPE ha realizzato pozzi.

Dopo la santa Messa di domenica a cui parteciperanno centinaia di fedeli in arrivo dai villaggi adiacenti e dopo i festeggiamenti e i saluti di rito ai tanti amici incontrati nei venti anni passati, il gruppo si dividerà.

Il gruppo composto da Andrea con Giovanni, Fabrizio e Saverio seguirà Suor Lucia verso il villaggio di Bibemi raggiungendolo dopo 3 ore di pick-up su pista sterrata mentre il gruppo di Alessandro, Donato, Emanuele e Marco raggiungerà Ngaoundere dopo 12 ore di strada asfaltata piena di buche, utilizzando lussuosi, si fa per dire, autobus carichi di persone ma anche di banane, manghi, papaie e animali quali galline e capre.

Il gruppo di Bibemi visiterà la missione e i vari villaggi condividendo in parte la vita della popolazione ma soprattutto capendo la loro cultura e i problemi legati alla povertà che porta alla denutrizione e a malattie facilmente curabili ma spesso mortali in assenza totale di servizi sanitari.

Si muore di malaria, di dissenteria soprattutto nei bambini, di HIV e di malnutrizione ma tutto per mancanza di cure essenziali.

Le suore missionarie gestiscono un dispensario cercando di fornire alla popolazione un minimo supporto infermieristico avvalendosi talvolta di medici locali ma scontrandosi sempre con la mancanza di mezzi necessari quali apparecchi di analisi e anche farmaci.

Agape ha realizzato a Bibemi due impianti fotovoltaici per la missione e per il dispensario.

L’altro gruppo raggiungerà don Mario Morstabilini a Ngaounderé dove risiede da tre anni e dove sta realizzando una nuova missione alla periferia della cittadina.

La città di Ngaounderé conta 150.000 abitanti e si trova su un altopiano a 1200 metri di altitudine.

Fuori città la savana si estende a vista d’occhio verso nord confinando coi parchi della Bénoué, di Bouba Ndjida e con la riserva del Faro, mentre verso sud confina con la foresta.

In queste zone molti villaggi non hanno acqua, non hanno elettricità e soprattutto non hanno servizi sanitari.

È proprio qui che l’azione di don Mario assume un risvolto sociale importantissimo.

Con don Mario si visiteranno alcuni di questi villaggi toccando con mano la situazione che sicuramente verrà testimoniata al rientro in Italia.

Ma l’occasione consentirà al gruppo di controllare lo stato delle macchine di perforazione che da Djalingo sono state portate a Ngaounderé ed eventualmente provvedere, per quanto possibile, alla loro manutenzione ordinaria preparandole per essere attive nella prossima missione.

L’attrezzatura di perforazione è composta da:

  • camion con pianale ribassato per trasporto perforatrice
  • perforatrice Beretta
  • compressore
  • aste e martello fondo foro

I gruppi alla fine si riuniranno a Ngaounderé trascorrendo un paio di giorni insieme per poi fare ritorno alla capitale questa volta utilizzando il treno che per coprire 830 km impiega 18 ore …… se tutto va bene.

Il treno viaggia su rotaie a scartamento ridotto posate su una massicciata molto debole, attraversa una fitta foresta, passa molto lentamente su ponti non perfettamente realizzati e succede che si debba fermare per alberi caduti o per frane bloccando il transito nei due sensi.

Un po’ di riposo ancora presso le suore del PIME a Yaoundé, l’ultimo controllo all’impianto all’ospedale “la Provvidenza”, i saluti commossi a don Bruno e a suor Lucia e poi, partenza con volo Air Maroc alle 4.50 del 17 febbraio per arrivare a Malpensa alle ore 16 circa.

La missione del 2025 per alcuni del gruppo sarà conoscitiva ma per questo molto importante. Farà emergere i bisogni reali della popolazione ma soprattutto dimostrerà, a chi più è attento, che è possibile una vita sgombra dal consumismo.

Chi sperimenta l’amicizia con la popolazione del Camerun difficilmente se ne dimentica….

Sanu (ciao in fulfulde)
e
Badi (a presto in fulfulde)